Biografia

Nato a Lugano il 16 luglio 1954 da una famiglia benestante, Paolo Ryffel ha un primo contatto con l’arte all’età di 11 anni in occasione di una visita della zia artista americana che lo introduce alla pittura ad olio. È amore a prima vista. L’anno successivo alle scuole medie presenta con enfasi al docente di disegno una teoria sulla composizione e decomposizione delle forme ma con grande delusione gli vien risposto che il cubismo è nato molti anni prima. Questo movimento pittorico e il suprematismo saranno i punti di riferimento per le opere di Ryffel.

Incoraggiato dai suoi professori a frequentare un’accademia d’arte dopo gli studi, Ryffel si trova ostacolato dai parenti. Questa ostilità sarà una spina nel fianco per un lungo periodo della sua vita. Tuttavia, appena possibile, frequenta corsi serali della scuola d’arte di Lugano e a soli 16 anni partecipa ad una collettiva di giovani pittori alla Villa Saroli di Lugano. A 17 anni in Provenza incontra il pittore bulgaro Ivan Nenov che detiene la cattedra di Belle Arti a Sofia e nasce un’amicizia spontanea nonostante la differenza generazionale: Paolo ne trarrà beneficio enorme specialmente sul disegno, base di tutta l’arte. A 19 anni frequenta per un breve periodo l’Accademia di Belle Arti di Roma dove scopre la sua vera passione seguendo anche corsi di filosofia. Purtroppo le risorse finanziarie terminano e la chiamata al servizio militare è alle porte. A Paolo non resta che far ritorno in Svizzera.

Nel 1974 viene invitato negli USA dalla zia e lì si iscrive alla Coldwell Art College nel New Jersey dove incontrerà diversi artisti che lavorano a New York in quel periodo post guerra del Vietnam, epoca in cui nasce la video art e tutto è un esperimento. Nell’autunno dello stesso anno rientra in Svizzera e per guadagnarsi qualche soldo lavora nell’azienda paterna come operaio: per Paolo è la scoperta di un altro mondo fatto di gente semplice. Il suo tentativo di coinvolgere i colleghi nella sua passione non dà però i frutti sperati.

Artista inarrestabile, disegna molto e dipinge appena può, legge tutto quello che trova sull’arte e la sua passione cresce di giorno in giorno. Nel corso di quegli anni stringe amicizie con artisti un po’ ovunque, ma quella con il fumettista e grafico Guglielmetti a Lugano perdurerà nel tempo e sarà fonte di consigli. Viaggiatore in tutto il mondo, in Europa frequenta, per citarne alcuni, corsi sull’artista Beyus e la sua filosofia a Stoccarda, si reca in paesi dell’Est europeo, in particolare in Russia e S. Pietroburgo, a Parigi, a St. Germain dove scopre il teatro d’avanguardia. Partecipa all’International Drawing Biennale a Cleveland nel nord dell’Inghilterra classificandosi ottavo tra 260 artisti di tutto il mondo presentando “ritratto di donna”, opera con i pastelli.

Nel 1991 Paolo avverte per la prima volta degli strani sintomi accompagnati da una scrittura “disturbata” e dopo la visita neurologica la diagnosi è inequivocabile: Morbo di Parkinson. L’artista è sotto shock e il periodo che ne segue è di totale confusione con perdita dei valori: divorzia dalla moglie, conduce uno stile di vita bohémien e i rapporti con i genitori si fanno sempre più tesi. È di

questo periodo l’approccio alla pittura su plexiglas con colori acrilici, tecnica usata nella pittura fiamminga.

Dal 2005 dipinge sempre di più, si trasferisce in una località sulla costa laziale di Anzio, Lavinio e conosce il filosofo e umanista Romeo Piccinno. Lavora a tempo pieno creando, oltre alla pittura, sculture di ferro come maschere, elmi e altri oggetti. Scrive e disegna piccole fiabe per bambini, ridà vita a vecchi mobili così come oggetti trovati nei fossati della campagna romana dando spazio alla creatività che è da sempre il suo punto forte riscoprendo così il gusto della vita.

Dopo tanti anni il suo sogno si è avverato: Paolo è un artista!